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[A.Garoli] LA MATEMATICA DELLA FORMA: una nuova scienza?

Misurare la statura, la circonferenza del cranio o della caviglia di un soggetto umano aumenta la comprensione di come le forme si esprimono nel corpo e come esse sono in realtà la manifestazione di una "funzione".

Tramite studi epidemiologici inoltre, si comprende come alimentazione e ambiente possano modificare il fenotipo ossia la forma espressa tramite le dimensioni e i tratti del corpo, come la pelle chiara degli abitanti delle alte latitudini, i capelli ricci degli abitanti in climi caldi ecc.

Wilhelm Roux , fondatore della scuola della "Meccanica dello sviluppo" propose la teoria in cui l'embrione contiene parti che si sviluppano in maniera indipendente nella loro funzione ma controllate dallo stesso "SISTEMA di REGOLAZIONE", una sorta di organizzatore che, senza essere nelle cellule può dirigere la loro crescita.

Gli scenziati vitalisti dell'inizio 900 prefiguravano un insieme di forze ambientali epigenetiche ossia "influenzanti i geni" e un ente singolare come somma degli ambienti interni ed esterni dell'organismo.

Oggi sappiamo che con gli strumenti a nostra disposizione possiamo capire di piu' di come un organismo si forma ma abbiamo bisogno di definire l'origine delle FORZE FORMANTI, ossia quali sono le forze "Vitali" che contribuiscono a dare la forma completa ad un organismo al di la delle informazioni del materiale genetico.

Lo studio della forma "vivente" è in realtà la valutazione degli effetti di forze formative. Le cellule di cui è composto un organismo si rinnovano ciclicamente ma mantengono gli stessi indicatori di forma. I geni Hox e alcuni geni specifici come il OCA2, responsabile della produzione di melanina, il pigmento che dà colore a occhi, capelli e pelle, sono tipici esempi dell’influenza epigenetica.

Una mutazione generica riguardante il gene OCA2 nei nostri cromosomi porta alla formazione di un interruttore, che in base a stimoli ambientali in alcuni soggetti blocca l’abilità di produrre occhi marroni. L’interruttore genetico è situato nel gene adiacente all’OCA2 e piuttosto che disabilitare completamente il gene, limita la sua azione, e riduce la produzione di melanina nell’iride. La limitazione della sua azione genera la diluizione degli occhi marroni in blu. Se il gene OCA2 fosse stato completamente disattivato, capelli, occhi e pelle sarebbero stati privi di melanina, quindi sarebbe diffuso l'albinismo.

In genere le popolazioni che svilupparono certi tratti come gli occhi azzurri lo fecero in base ad adattamenti ambientali e portarono in seguito segni caratteristici come la statura o lo spessore delle ossa ( i genotipi nordici sono più alti dei genotipi del sud europa o del messico e hanno pelle chiara e occhi azzurri o chiari). La forma del corpo umano inoltre viene modulata dall’espressione di geni specifici o geni HomeBox.

I geni homeobox vennero scoperti indipendentemente nel 1983 da Ernst Hafen, Michael Levine e William McGinnis. Il primo gene Hox dei vertebrati venne isolato nel genere Xenopus da Eddy De Robertis e dai suoi colleghi nel 1984, dando avvio alla giovane branca della biologia: Evolutionary Developmental Biology o la biologia evolutiva dello sviluppo (in lingua inglese, la disciplina scientifica che analizza in chiave evolutiva la struttura e le funzioni del genoma ovvero l'assetto completo di tutto il DNA contenuto in una cellula). Questa scienza si occupa di indagare il rapporto tra lo sviluppo embrionale e fetale di un organismo e l'evoluzione della sua popolazione di appartenenza.

Rimane importante la considerazione che la forma nella sua espressione più' prototipica e immateriale è un insieme di rapporti matematici.

Si appassionarono a questo studio molti eminenti scienziati e artisti del medioevo e del rinascimento, affascinati dalla proporzione aurea che potevano riscontrare nelle parti del corpo e proprio perché avevano capito che esisteva una sorta di cianografia che permetteva agli organismi di "formarsi" ossia di accumulare materiale tramite lo scambio con l'ambiente (cibo, acqua, alimenti) che viene utilizzato per ricostruire ciclicamente forme di un organismo secondo un piano di "sviluppo". Tra i ricercatori illuminati ci fu anche Driesch.

Hans Adolf Eduard Driesch (28 ott 1867 - 17 Aprile 1941) fu biologo e filosofo tedesco. E' noto per i suoi primi lavori sperimentali in embriologia e per la sua filosofia neo-vitalista di ENTELECHIA.

Molto meno famoso di Darwin ma sicuramente più profondo ed ispirato sul piano futuribile della scienza biologica dello sviluppo getto' le basi di un pensiero che sicuramente non è ancora stato capito, o forse si è scelto di non capire.

Probabilmente se Driesch fosse stato interpretato correttamente oggi avremmo un avanzamento corretto delle scienze biologiche ossia quelle che studiano la vita ed i suoi epifenomeni. Suo è anche merito di eseguire la prima 'clonazione' di un animale nel 1880. Driesch si formo’ nella filosofia classica e moderna per trovare, nella sua ricerca, una teoria adeguata al pensiero da sviluppare. Tale percorso si concluse con l'adozione di una teoria teleonomica di stampo neo vitalistico o aristotelico che sarebbe in verità da riadottare oggi con le conoscenze di fisica, embriologia e genetica che possono adattarsi a scienze biologiche dello sviluppo.

Da Aristotele Driesch prese in prestito il termine vitale e interessante "Entelechia". Con Entelechia si indica una forza vitale intelligente, non occupante uno spazio fisico proprio ma capace di influenzare la forma e di dare una qualità specifica all’orgnismo. Il cuore degli esperimenti dovrebbe ancora oggi ri-concentrarsi sulla comprensione chiara di una intelligenza "interna" o "esterna" all'organismo materiale. Se solamente interna potrebbe essere spiegata dalle conoscenze attuali di genetica. Se esterna richiederebbe invece una comprensione approfondita dei fattori epigenetici che influenzano la vita nel contesto del pianeta terra, quindi sottoposto a gravità, magnetismo e stimoli ambientali. Oggi chiamiamo vagamente e forse timidamente questo concetto il "campo morfogenetico" per mancanza di un termine più preciso e grazie ai suggerimenti del Dr. Ruperth Shelldrake, noto e controverso biologo.

Driesch, sotto l'influenza del suo maestro Haeckel, aveva esaminato le teorie meccanicistiche embriologiche assieme a Wilhelm Roux ma nel 1895 i suoi esperimenti sull'embrione di riccio di mare suggerirono che era possibile rimuovere grossi pezzi di uova, mescolare blastomeri e interferire in molti modi senza tuttavia intaccare la forma dell'embrione risultante. Questo indicava la presenza di un principio di regolazione sovrastante.

Sembrava che ogni singola monade nella cellula uovo originale fosse capace di formare qualsiasi parte dell'embrione completato. A questi autori si devono le teorie che dovremmo oggi rivedere in chiave moderna relative al preformismo. Le scoperte di Driesch portarono all'adozione dei termini come cellule "totipotenti" e "pluripotenti", riferiti rispettivamente a cellule che da sole possono generare un organismo intero o che possono generare quasi ogni cellula.

I risultati di Driesch furono confermati con maggiore precisione di Hans Spemann.
 

Bibliografia:

Die Biologie als selbststandige Wissenschaft (1893)

Die Lokalisation morphogenetischer Vorgange Ein Beweis vitalistischen Geschehens (1899)

Analytische Theorie der organischen Entwicklung (1894)

Der Vitalismus als Geschichte und als Lehre (1905)

Der Begriff der organischen Form (1919)

Philosophie des Organischen (4th ed. 1928)

In Inglese:

Driesch, H. (1908). The Science and Philosophy of the Organism: (2 vols.). London: Adam and

Charles Black. London: Black,1929.

Driesch, H. (1912). The justification of vitalism. The Cambridge Magazine 1(15): 397.

Driesch, H. (1914). The Problem of Individuality: A Course of Four Lectures Delivered before the

University of London in October 1912. London: Macmillan.

Driesch, H. (1914). The History and Theory of Vitalism. (C. K. Ogden, trans.) London: Macmillan.

Driesch, H. (1924). The biological setting of psychical phenomena. The Quest 15(July): 433-456.

Driesch, H. (1925). The Crisis in Psychology. Princeton, NJ: Princeton University Press.

Driesch, H. (1925). The Possibility of Metaphysics: The Course of Four Lectures Delivered

before the University of London in March 1924. London: Faith Press.

Driesch, H. (1926). The present status of the philosophy of nature in Germany. The Monist

36(2): 281-298.

Driesch, H. (1926). Psychical research and established science. Presidential address.

Proceedings of the Society for Psychical Research 36(99): 171-186.

Driesch, H. (1927). Psychical research and philosophy. In: Murchison, Carl (ed.), The Case for

and against Psychical Belief. Worcester: Clark University, 163-178.

Driesch, H. (1934). Psychiatry and mental health. Ancient Philosophy 44: 152. [Book Review]

 

AnthroposNet® Research Team

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