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ECOGENETICA - cambiamenti sociali alla fine del XVIII°

I cambiamenti sociali alla fine del XVIII° secolo si possono riassumere in un regime imposto che ha dato origine a due guerre mondiali e introdotto un ideale di vita individualista-competitivo, basato su modelli di sfruttamento di risorse su larga scala con grande impatto ambientale.

Il Darwinismo sociale è stato senza dubbio uno dei sintomi chiave della lotta competitiva e delle scelte di mercato e sviluppo scientifico tecnologico/industriale degli ultimi 100 anni e si è manifestato come un massiccio indotto basato sullo “sfruttamento totale”, un modus operandi completamente opposto alla natura su questo pianeta. Una crescita enorme e incontrollata, dismorfica e tossica, insostenibile e de-umanizzante che va cambiata immediatamente con tutte le nostre forze.

Nella vita reale e quotidiana i prodotti di uso comune vengono costruiti appositamente per non durare ed il loro smaltimento inquina e costa, comportando effetti epigenetici importanti. Più di un terzo della popolazione dei paesi sviluppati vive in stato di medicazione a vita (non proprio un’immagine di progresso come ce lo aspettavamo). La quasi totalità delle materie prime e dei processi produttivi insostenibili viene creata adottando metodi basati sul profitto, a scapito di tutti gli altri componenti produttivi. Nel caso della mentalità del profitto, la malattia significa indotto commerciale prolungato; per questo un aumento della durata della malattia significa soldi per tanto tempo.

Potremmo vedere le società moderne come grosse e insostenibili macchine, intricate infrastrutture programmate con segnali di input geneticamente autodistruttivi, che si avvantaggiano commercialmente delle debolezze e dell’ignoranza umana, per poter trarre il massimo guadagno che è poi concentrato nelle mani di pochi proprietari ed accomodato in un inarrestabile ed esponenziale modello di sfruttamento. Il termine inglese che definisce lo sfruttamento della malattia è “Corporate Disease Mongering”. Le strutture che sostengono il disease mongering, guadagnano tramite malattia e sfruttamento ambientale che promuovono in tutti i modi.

Così come nascere in una famiglia flagellata da alcolismo, depressione o malattie mentali non aiuta di sicuro un bambino a crescere sereno, vivere in società nichiliste dominate da profitto, sfruttamento ambientale e disease mongering è difficile e spesso conflittuale. Le società moderne non mostrano segnali di serenità o benessere (benessere inteso con la definizione dell’OMS presentata pocanzi), ma sembrano accusare segni e sintomi di un crescente stress.

L’insostenibile modello moderno impone come obiettivo chiave della vita l’acquisizione di beni materiali che durano poco e sono difficili da smaltire; una società ideale dovrebbe invece insegnare che i valori reali risiedono nei progetti eco-sostenibili e che, il modo per ottenere il vero benessere, risiede nelle opportunità di essere armoniosamente inseriti in stabili sistemi eco-sociali.

 

Fonte: Da Ecogenetica di Alberto Garoli
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