[A.Garoli] Le reti della Vita

Il Darwinismo sociale è stato senza dubbio uno dei sintomi chiave della lotta competitiva e delle scelte di mercato e sviluppo scientifico tecnologico/industriale degli ultimi 100 anni.
Si è manifestato come un massiccio indotto basato sullo “sfruttamento totale” un modus operandi completamente opposto alla natura su questo pianeta.
Una crescita enorme e incontrollata e tossica, insostenibile e deumanizzante che va cambiata immediatamente con tutte le nostre forze.

Nella vita reale e quotidiana i prodotti di uso comune vengono costruiti appositamente per non durare e il loro smaltimento inquina e costa.
Più di un terzo della popolazione nei paesi sviluppati vive in stato di medicazione a vita.
La quasi totalità delle materie prime e dei processi produttivi insostenibili viene creata usando metodi basati sul profitto immediato a scapito di tutti gli altri componenti produttivi e soprattutto a scapito dell'ambiente.

 La mancanza di risposte vivaci e di forza etica, di corporatività e di difesa del territorio sono sicuramente i sintomi di questa assuefazione. Negli ultimi 100 anni i sistemi di profitto speculativo virtuale hanno preso il posto dell’economia reale ossia della regolazione delle RISORSE (dal greco “oikos” o ECO=ambiente e “nomos”= regole).
L'evoluzione nel rispetto delle regole biologiche è il sentiero usato dalla natura nei passati milioni di anni per plasmare la sopravvivenza a lungo termine.

Centinaia di studi medici e ricerche scientifiche sul cambiamento di stile di vita o “LIFE STYLE CHANGE” hanno provato indiscutibilmente che depurare l’organismo da sostanze inquinanti, alimentarsi in modo corretto, limitare l’esposizione a tossici, fare attività fisica moderata e vivere in un ambiente in cui ci si sente protetti e amati con spirito di collaborazione corporativa può indurre effetti incredibilmente salutari e addirittura far regredire patologie come cardiopatie e tumori prostatici (studi del Dr. Ornish).

Conoscere la natura approfonditamente e usarla come modello di vita umana e come cura delle malattie individuali, mentali e sociali è l’unica vera strategia futura sostenibile.
I modelli naturali sono l'origine del nostro DNA e quindi i più plausibili come sistemi da indagare.
La conoscenza biologica approfondita dei sistemi di rete ambientale o ecosistema interno ed esterno umano dovrebbe essere la missione di ogni medico e biologo.

Basta pensare che la vita pluricellulare fu proprio indotta da un bisogno di sopravvivenza che spinse diverse cellule a collaborare in network con un unico intento!
Verso la metà del 1800 eminenti fisiologi e grandi innovatori come Claude Bernard e Rudolph Virchow parlavano proprio del funzionamento delle cellule come un insieme di “stati federati o colonie”, dove ogni organo era costituito da un suo ambiente interno e da milioni di cellule che lavoravano verso una particolare meta fisiologica.
“lo stesso stato di individualità, scriveva Virchow, deve essere rivisto alla luce della teoria cellulare.
Quello che per i filosofi è l”IO” per i biologi è un “NOI”, una comunità di cellule”.
Quindi quali regole dovremmo conoscere? Biologicamente l’equazione della vita è franca e semplice: Evoluzione = adattamento e sintonia con l’ambiente.

MA NOI CONOSCIAMO BENE L'AMBIENTE IMMEDIATO IN CUI VIVIAMO?

Sappiamo cos'è il gas radon e cosa può provocare?
Conosciamo gli effetti dei venti caldi come il phoen?
Sappiamo cosa sono le polveri sottili e quali rischi apportano?
E i sottoprodotti industriali, i metalli pesanti… li conosciamo?
Sappiamo che si stanno verificando migliaia di casi di celiachia nell'adulto e altrettanti casi di carenze di vitamina D?
Siamo tutti informati che nei Paesi della Unione Europea, circa 25.000 pazienti muoiono annualmente come conseguenza di infezioni da germi multiresistenti, con un costo associato di 1,5 miliardi di euro e che in Italia sono stimati 5000-7000 decessi annui riconducibili ad infezioni nosocomiali, con un costo annuo associato superiore a 100 milioni di euro?
Lo sapevamo che secondo la Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali) in media il 5% dei pazienti ospedalizzati contrae una infezione durante il ricovero e dal 7% al 9% dei pazienti ricoverati ad un dato momento è infetto?
Conoscere e cambiare gradualmete e stabilmente l’ambiente INTERNO ed ESTERNO significa cambiare gli organismi e potrebbe significare invertire certe malattie moderne se conoscessimo con precisione a cosa siamo esposti, cosa respiriamo, beviamo e ingeriamo e quali equilibri sono in gioco nell'organismo.

 

AnthroposNet® Research Team