Le carie e le nostre (ignote) capacità di prevenirla e curarla da soli

Obbiettivo del presente articolo e’ informare la gente comune su cosa e’ la carie alla luce di vecchie e nuove scoperte. Da questa consapevolezza derivera’ un guadagno pratico, ossia come prevenire realmente la carie e addirittura favorire la remineralizzazione delle carie gia’ iniziate.

Quest’ultima possibilita’ e’ di estremo interesse per i lettori della rubrica, in quanto e’ estremamente difficile poter aiutare un bambino molto piccolo in preda a un mal di denti. Per questo l’unico saggio rimedio a tale calamita’ e’ evitare che il mal di denti possa manifestarsi, e per questo e’ necessario che i denti siano in un perfetto stato di mineralizzazione, come vedremo tra poco. Queste informazioni, ignote al pubblico dei dentisti italiani, sono la traduzione in regole di comportamento pratico di scoperte scientifiche di ricercatori veramente importanti e veramente stimati tra i propri pari. Segnaliamo anche che il vostro dentista non vi hai detto niente di quanto leggerete perche’ all’universita’ dei dentisti di questi ricercatori non viene nominata nemmeno l’esistenza. Non entreremo nel merito del perche’ tutto questo non venga diffuso, visto che ognuno puo’ immaginarlo.

 

Anzitutto deve essere anche chiara la differenza tra cura e riparazione artificiale esterna. La cura di una malattia consiste nella autoriparazione dell’organo ammalato, che torna cosi’ a funzionare perfettamente o quasi. La riparazione artificiale esterna, che poi e’ il fine ultimo della Medicina Occidentale Moderna, consiste nell’escissione chirurgica dell’organo ammalato o di una sua parte, e della protesizzazione dello stesso. L’organo non sara’ piu’ lo stesso, non funzionera’ mai piu’ come prima, nessuno ha capito perche’ si e’ ammalato, nessuno sa dire come e quanto sopravvivera’ all’operazione, ma il dolore e’ passato e questo basta e avanza. Il dentista effettua sul dente cariato una riparazione artificiale esterna, protesizzando il dente danneggiato con una otturazione.

Il dentista crede di sapere perche’ vengono le carie. All’universita’ gli viene detto che

1) la carie ha una progressione continua fino alla distruzione del dente,

2) che questa e’ progressiva e non puo’ essere arrestata da mezzi che non siano quelli di escissione chirurgica e protesizzazione, 3) che quando la carie si ripresenta sotto una otturazione precedentemente effettuata significa che il dentista non ha pulito sufficientemente il dente dalla carie precedente, 4) che la carie e’ provocata da batteri che si nutrono degli zuccheri presenti nella dieta e nei dolci in articolare, e che dal metabolismo batterico di questi zuccheri si producono quantita’ di acidi che sciolgono lo smalto del dente provocando la carie, cioe’ un buco nella parete del dente, che procede dall’esterno all’interno.

Questa interpretazione della carie e’ stata trasmessa alla gente comune dai dentisti e dalla televisione (che veicola la pubblicita’ su dentifrici e spazzolini). E’ ora che la gente conosca anche l’altra interpretazione dei fatti, poiche’ e’ quest’altra interpretazione che ha un effetto pratico che consente alla gente di proteggere il proprio interesse. E l’interesse della gente riguardo alla carie consiste nel prevenire ed eventualmente curare (cioe’ autoriparare ) la carie con mezzi semplici ed economici, piuttosto che sottoporsi per ignoranza alla certezza di ricevere una costosa riparazione artificiale esterna ad opera del dentista, che pero’ non puo’ dirvi con altrettanta certezza quanto durera’ quella riparazione.

L’attuale modello interpretativo della carie insegnato ai dentisti e trasmesso alla gente e’ quello della Teoria Batterica, risalente al 1883 ad opera del dentista W.D. Miller, che la medio’ da Louis Pasteur. Miller immerse denti estratti in una mistura di pane e saliva in fermentazione e osservo’ che sui denti si producevano alterazioni simili alle carie. Penso’ cosi’ che gli acidi formati dai batteri in bocca fossero in grado di dissolvere i denti. E’ interessante notare (cosa ignota ai dentisti) che Miller sosteneva che i batteri e i loro acidi fossero, certo, parte integrante del processo della carie, ma che un dente “forte” (cioe’ in perfetto stato di mineralizzazione) non fosse suscettibile a cariarsi, e potesse resistere indefinitamente all’attacco degli acidi. E’ un po’ come dire che e’ vero che la legna puo’ prendere fuoco, ma se e’ umida resiste alle fiamme, almeno finche’ il suo stato di umidita’ controbilancia gli effetti del fuoco… Miller scriveva inoltre che l’invasione del dente da parte dei batteri e’ sempre preceduta dalla perdita di sali di calcio da parte della struttura del dente stesso.

La differenza tra Miller e i dentisti di oggi e’ che Miller era consapevole che la densita’ e la disposizione strutturale dei sali che compongono il dente lo proteggono dall’acidita’ batterica, mentre i dentisti di oggi il “fattore dente” noto a Miller lo ignorano del tutto.

La teoria di Miller sull’origine batterica della carie non e’ mai stata provata, e questo e’ giusto che si sappia. Nel 1922 il dentista P. Howe inoculo’ i porcellini d’india con vari tipi di batteri che comunemente si trovano a colonizzare le lesioni cariose e quelle associate a malattia parodontale (nota alla gente come piorrea), ma non fu in grado con questi metodi di provocare la carie. Che si presento’ invece quando rimosse la vitamina C dalla dieta degli stessi porcellini d’india.

Il dibattito tra i dentisti che sostenevano la causa batterica della carie e quelli che sostenevano il “fattore dente” (cioe’ che la buona densita’ e struttura cristallina proteggono il dente dai batteri e dai loro acidi) si risolse negli anni ’40 ad un congresso della International Association of Dental Research, in favore della teoria batterica mediante…. votazione !!! Come gia’ detto, questa interpretazione e’ l’unica insegnata ai dentisti di tutto il mondo ed e’ indirettamente trasmessa alla gente comune che non sospetta che la prevenzione della carie (e di molto ben altro) e addirittura la loro autoriparazione e’ alla loro diretta portata, e costituisce il proprio interesse reale.

I dentisti in particolare sono stati sfortunatamente tenuti all’oscuro delle vecchie esperienze di ricercatori come Weston A. Price, Francis M. Pottenger, Melvin Page, e delle recenti scoperte di Ralph Steinman e John Leonora. Tutti questi scienziati, in maniera diretta e indiretta hanno dimostrato che la carie non puo’ esistere se non in condizioni di imperfetta densita’ e struttura cristallina dei denti, la quale deriva dallo stato metabolico dell’individuo. Quest’ultimo dipende da un numero molto altro di fattori, ma quelli che piu’ facilmente sono a portata del nostro controllo sono la nutrizione, la digestione, la respirazione, il movimento muscolare, la gestione degli stati emozionali.

Esaminiamo brevemente le scoperte dei suddetti ricercatori:

- Weston A. Price, principale ricercatore americano del settore dentale della prima meta’ del Novecento, fu inviato dalla American Dental Association in giro per il mondo per studiare tutte le popolazioni che, vivendo in maniera tradizionale e quindi diversa dall’uomo occidentale civilizzato inurbato, si trovavano ad essere immuni da carie, denti storti e malattie croniche degenerative. Price osservo’ che queste popolazioni perdevano la loro immunita’ non appena sostituivano la loro dieta tradizionale con i cibi artificiali da supermercato che noi mangiamo tutti i giorni. Fu il primo a dimostrare praticamente su esseri umani veri e non su cavie che le carie anche gravissime possono essere arrestate prima e remineralizzate poi con un’integrazione dietetica che ripristini le carenze di nutrienti che permettono il manifestarsi della carie.

- Francis M. Pottenger in un esperimento senza eguali nella storia della ricerca scientifica, con un follow up di 10
anni ( che corrispondono, in termini umani, a circa 60 anni e 4 generazioni ), studio’ gli effetti di una dieta a base di alimenti denaturati su 900 gatti. Si produssero così disfunzioni metaboliche e malformazioni strutturali caratteristiche ( ossia prevedibili come tipo e localizzazione anatomica ), che si aggravavano di generazione in generazione. Noto’ in particolare che il tipo di lesioni dentali nei gatti (denti storti, palato stretto, allungamento della faccia, denti del giudizio inclusi, mancata nascita di incisivi laterali e secondi premolari) sono uguali a quelle che avvengono nell’uomo occidentale civilizzato inurbato.

- Melvin Page fu uno dei pochissimi dentisti a conoscenza di queste ricerche che decise anche di metterle in pratica. Negli anni ’50 era l’unico dentista senza poltrona e senza trapano. Favoriva nei suoi pazienti l’autoremineralizione delle carie e la guarigione dalla piorrea mediante diete calibrate in base allo studio delle carenze nutrizionali mediante l’esame della composizione minerale delle urine e della saliva del paziente.

- A partire dal 1954, il lavoro di ricerca di Ralph Steinman e John Leonora, entrambi professori alla Loma Linda University in California, ha dimostrato che la carie si forma a causa di un’alterazione fisiologica causata in primo luogo dalla dieta, soprattutto dalle sue carenze.

Le ricerche di Steinman e Leonora sono di importanza fondamentale perche’ sono relativamente recenti ed estremente moderne. Infatti i nuovi trends della ricerca biomedica puntano moltissimo sullo studio del metabolismo e delle interazioni tra la nostra fisiologia e il tipo di stimoli ambientali cui ci sottoponiamo. Il loro tipo di viene e’ perfettamente integrato anche con lo studio dell’epigenetica che sta sempre piu’ soppiantando l’interesse che prima si aveva sul mero fatto genetico.

Volendo riassumere queste ricerche, e’ necessario ricordare che il cervello controlla ed e’ controllato dal metabolismo e dallo stato ormonale. In particolare l’ipotalamo regola il rilascio ormonale mediante l’interazione con la ghiandola pituitaria o ipofisi. Le ghiandole salivari e in particolare la parotide (la piu’ grande: sta dentro la guancia sotto l’orecchio) vengono controllate da un ormone apposito da parte dell’ipotalamo. Quando la parotide viene stimolata dall’ipotalamo, a sua volta rilascia l’ormone parotideo che da’ inizio ad un movimento di linfa ricca di nutrienti mineralizzanti dall’interno del dente in direzione centrifuga, che cosi’ consente al dente di “fare rifornimento di pezzi di ricambio”.

E ora attenzione: Steinman e Leonora hanno scoperto che quando mangiamo una dieta cariogenica l’ipotalamo interrompe le sue comunicazioni con la parotide, questa non rilascia piu’ l’ormone parotideo e la corrente di linfa remineralizzante dentro al dente viene interrotta o, addirittura, cambia direzione, attraendo all’interno del dente i batteri che sono al suo esterno, e lasciandoli a produrre acidi in un dente in cui il flusso dei minerali di ricambio e’ stato sospeso… dunque in quest’ottica e’ la debolezza individuale del dente, sotto forma di inefficienza del sistema di trasporto dei fluidi dentinali, che lo rende suscettibile alla carie.

Non ci resta che identificare i fattori che interrompono o invertono il flusso dentinale per imparare a prevenire e a curare le carie per noi e per I nostril bambini. Come abbiamo detto se il flusso dentinale, ad effetto remineralizzante e autopulente, in condizioni di scorrimento nella direzione corretta (centrifuga, cioe’ dall’interno del dente verso l’esterno) si inverte, allora anche il suo effetto sara’ invertito, diverra’ cioe’ autocontaminante, richiamando dall’esterno all’interno i batteri e i loro rifiuti acidi. Steinman verifico’ che lo zucchero bianco inverte il flusso del fluido dentinale per la sua azione metabolica sull’ipotalamo. Stesso effetto hanno lo stress emotivo, la mancanza di esercizio fisico, l’insufficienza dei micronutrienti ed alcuni farmaci. Paradossalmente, e contrariamente alle aspettative, Steinman noto’ che i cibi salutari e non cariogenici favoriscono la formazione di piu’ acidi batterici di quanti non se ne producano con lo zucchero bianco (anche i batteri preferiscono i cibi buoni a quelli artificiali !), e dimostro’ cosi’ che non sono gli acidi batterici prodotti dal consumo di zucchero bianco a provocare la carie, bensi’ lo stato di indebolimento strutturale del dente che lo zucchero bianco innesca mediante il blocco e/o l’inversione del flusso del fluido dentinale riparatore.

I risultati delle ricerche di tutti gli scienziati suddetti, e di Steinman e Leonora in particolare, continuano ad essere ignorate dai dentisti. Piu’ correttamente bisogna dire che le universita’ non informano gli studenti che diventeranno dentisti su quanto avete letto.

Riporto ora un esempio di integrazione alimentare remineralizzante per interrompere le carie dei vostri bambini (oltre alle vostre ovviamente), derivata in parte da quella impiegata da Weston A. Price per curare le carie dei bambini degli orfanotrofi americani:

- Olio di fegato di merluzzo, un cucchiaino al giorno nell’acqua o nella spremuta di arancia per i bambini fino ai 12 anni
- Latticini da latte non pastorizzato e non scremato (Kefir fatto in casa; siero del latte; burro chiarificato / ghee). Il miglior alimento in questo senso e’ il formaggio e il burro da latte non pastorizzato di mucche al pascolo.
- Uova di gallina e di pesce (bottarga)
- Frutti di bosco
- Brodo di ossa (gallina, manzo, pesce, guscio d’uovo) a cottura lenta e prolungata. Qui trovate la ricetta: http://www.codicepaleo.com/bone-broth/

Da quanto sopra si deduce anche perche’ nessuno e’ mai riescito a prevenire l’insorgenza o la ricorrenza delle malattie dentogengivali seguendo i consigli del dentista. Con cio’ intendo dire che spazzolini e dentifrici sono limitatamente utili per rallentare parzialmente il manifestarsi della malattia dentogengivale in tutte le persone che non curano a sufficienza l’approvvigionamento di principi nutritivi necessari all’autoriparazione mediante l’alimentazione, e/o che non hanno un’efficiente assimilazione intestinale a causa di una disbiosi cronica.

Spazzolini e dentifrici, dunque, fanno piu’ bene a chi li vende che non a chi li usa. Care mamme, se volete davvero essere utili ai vostri bambini, insegnate loro in pratica i principi alimentari per la prevenzione delle malattie dentali, e non sgridateli se non vogliono lavarsi i denti…. perche’ i bambini seguono l’istinto naturale e la natura, se avesse voluto che ci lavassimo i denti, ci avrebbe fornito con le dita a forma di spazzolino. I denti sono composti in maniera tale da tenersi puliti da soli… a condizione che manteniamo sempre in ordine i meccanismi neurologici automatici che dirigono il sistema di trasporto del fluido dentinale.

Per ulteriori informazioni sugli argomenti contenuti in questo articolo rimandiamo ai capitoli iniziali del libro “Il giusto respiro” edito da Il Leone verde, e alla pagina http://www.aipro.info/page.php?id=64 relativa alla qualita’ dell’alimentazione e all’importanza della buona digestione e assimilazione dei cibi.

Dr. Andrea Di Chiara 

 

Fonte: aipro.info